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I Ministri

Uscita_culturale_a_Montecitorio_2010

’Per un Paese Solidale Chiesa e Legalità nel Mezzogiorno’’
Ancora una volta un convegno di grande interesse ospitato dal nostro amato preside Fr. Giorgio Banaudi ha avuto luogo nel nostro Istituto. Ancora una volta nell’Aula Magna intorno al lungo tavolo che in essa è dislocato, hanno preso posto personalità di spicco della nostra realtà terrritoriale per disquisire intorno al Tema: ‘’Per un Paese Solidale Chiesa e Legalità nel Mezzogiorno . La data del convegno non è casuale. Nel mese di marzo di 16 anni fa e precisamente il 19 marzo giorno di San Giuseppe si verificava l’Omicidio di Camorra nei confronti di Don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe cittadina nota alle cronache per essere la roccaforte della malavita casertana. Alla conferenza hanno partecipato Fr. Giorgio Banaudi( Preside dell’istituto Fratelli Maristi), Il Salesiano Don Tonino Palmese( Docente di Teologia, Etica dell’Economia e Pedagogia), il Magistrato Raffaele Cantone e il giornalista dell’Ansa e moderatore dell’incontro Alfonso Pirozzi. Il pubblico era costituito da alcuni politici, giovani genitori e un gruppo di alunni dell’Istituto. Erano presenti Fr. Giorgio Diamanti con le sue Foto e riprese e un’inviata di Tele Club Italia la quale ha commentato il dibattito in TV il giorno venerdi 19 Marzo. L’incipit del dibattito, affidato a Fr. Giorgio Banaudi è stato dedicato al ricordo di Don Peppe Diana all’anniversario della sua morte. Il parroco fu ucciso per i suoi tentavi di cambiare le cose ma divenne il bersaglio della criminalità casertana. Il Giudice Cantone è intervenuto sulla questione meridionale affermando che lo sviluppo econimico e sociale del sud è bloccato dalle ecomafie e quindi si rimane sempre poveri e disoccupati. In questa realtà però ci sono sempre stai testimoni luminosi per fiorire speranza. Grande colpa nella società di oggi c’è l’hanno i media. Da essi provengono modelli culturali che rovinano i giovani; noi giovani che come diceva Giancarlo Siani ad una classe Universitaria La Speranza siamo noi, il futuro siamo noi. Il dibattito ha preso spunto dalla lettera dei vescovi Italiani alla chiesa del Sud affinchè sia più militante e si faccia effettivamente portavoce delle problematiche del territorio. Nella lettera sono stati riportati alcuni di esempi di militanti contro le malavite come Don Puglisi e Don Peppino Diana. Ritornando al protagonista è stato bella sapere che un suo amico il Vescovi Raffaele Nogaro abbia affermato: “hanno fatto santo Escrivà de Balaguer e tanti altri che per tanto tempo hanno approfittato della chiesa, perché non fare Santo don Peppe che per la Chiesa ha dato la vita??…” . Il perché dell’Incontro è mirato a responsabilizzare il omndo laico nei confronti della corruzione che assale il Mezzogiorno di’Italia ; la denuncia non solo dei cittadini ma anceh da parte del clero contro i fenomeni di eglorazione che ostacolano lo sviluppo del Sud. La Camorra è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi, rappresenta uno stato parallelo rispetto a quello ufficiale; la camorra trova terreno fertile soprattutto al sud, dove le disagiate condizioni economiche e sociali dei giovani li spingono verso di essa. La Chiesa dovrebbe favorire la nascita di luoghi di incontro dove riflettere sull’impegno sociale e anche politico dei giovani; deve sostenere iniziative sociali e porre attenzione sui punti deboli della nostra società: i disabili, i disoccupati, gli ammalati; La Chiesa deve sollecitare, in maniera decisa i cittadini a ribellarsi alle ingiustizie della Camorra anche attraverso le Omelie. Ma deve soprattutto impegnarsi sul campo educativo ; educazione cristiana intesa come cittadino buono e sensibile nei confronti del prossimo. Anche l’Impegno dei noi ragazzi deve essere forte e non deve venir meno: La preghiera, che è l’unica fonte della nostra speranza, deve essere forte e incisiva. Sicuri che i nostri pensieri e le nostre intenzioni saranno ascoltate, saremo più convinti che le condizioni miglioreranno. Ed è proprio così che concludo, lasciando agli altri il beneficio del dubbio, ma soprattutto della speranza, magari con l’immaginazione di un mondo migliore


In seguito alla visione dello spettacolo teatrale” Sakketti in rivolta” noi ragazzi abbiamo creato alcune recensioni

Garlasco si riapre il caso l’ultima perizia assolve Stasi.

Alberto Stasi è stato assolto per non aver commesso il fatto dall’accusa di aver ucciso a Garlasco(Pavia), il 13 agosto 2007, la sua fidanzata Chiara Poggi.                     La sentenza, a conclusione del processo con rito abbreviato, è stata emessa dal GUP di Vigevano Stefano Vitelli. Il pubblico ministero Rosa Muscio aveva chiesto la condanna di Stasi a 30 anni di reclusione. La sentenza di assoluzione è stata emessa in base all’articolo 530, secondo comma del codice di procedura penale, il quale stabilisce che deve essere pronunciata la sentenza di assoluzione se: “Manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova” Tutte le prove sono state annullate:  Il computer: è stato accertato dai carabinieri che Alberto lavorava al PC all’orario che Chiara Poggi  è stata assassinata. Le Scarpe: le scarpe non erano sporche di sangue, forse si sono pulite camminando sul giardino di Chiara. Anche la macchia di sangue sulla bicicletta è stata una prova cancellata.                                        Sia il pm che la famiglia Poggi hanno annunciato il ricorso in Appello. Entro 90 giorni le motivazioni della sentenza. Alberto Stasi è scoppiato in lacrime ed ha abbracciato i suoi avvocati e in particolare le praticanti dello studio legale.” Lo sapevo, è la fine di un incubo, due anni terribili, ora voglio solo rientrare nel silenzio di una vita normale”. Alberto però non ha voluto partecipare alla breve conferenza stampa organizzata dopo la lettura della sentenza. In tribunale anche la nuova fidanzata di Alberto,Serena, che ha abbracciato commossa il ragazzo. Giarda ha spiegato” non si può leggendo solo il dispositivo, sostenere che Alberto sia stato assolto con la vecchia formula dell’insufficienza delle prove perché potrebbe essere anche per mancanza di prove e quindi l’assoluzione è senza condizione. Ora le indagini, se ci fossero elementi nuovi, potrebbero ripartire da zero, alla ricerca di un altro colpevole. E se Gianluigi Tizzoni, l’avocato della famiglia Poggi, conferma la sua richiesta di ricorrere in appello contro la sentenza, Angelo Giarda, legale del Bocconiano, contrattacca: “Se non è stato Alberto, ora cercheremo il vero colpevole”. I possibili sospetti emergono dagli atti processuali”. Gli indizi portati in aula dai pm Rosa  Muscio  e Claudio Michelucci non sono bastati a formare una prova. Non bastavano già a d aprile, quando il giudice Vitelli decise di affidare a quattro perizie l’approfondimento di aspetti delle indagini che non lo convincevano. E non sono stati ritenuti sufficienti quando si trattava di decidere sugli esiti di quelle perizie e della successiva discussione in aula. Saranno le motivazioni, che il giudice deve scrivere entro un paio di mesi, a chiarire perché. Ma un dato è certo e lo ha sottolineato Giarda: la perizia informatica depositata a fine settembre dai consulenti del GUP Vitelli ha segnato una svolta nel processo. La consulenza tecnica, infatti, ha fornito un’ alibi all’ imputato tra le 9:36 e le 12:20: in quel momento hanno appurato i due specialisti Daniele Occhetti e Roberto Porta, Stasi stava lavorando alla tesi di laurea. E dunque non era possibile quello che ipotizzava l’accusa, che il delitto, cioè, sia avvenuto intorno alle 11 del mattino. Un altro colpo all’impianto accusatorio e arrivato poi dalla perizia medico-legale di Lorenzo Varreto. Se da una parte dava ai pm e alla parte civile la possibilità di spostare la collocazione temporale del delitto sostenendo che poteva essere avvenuto tra le 7 e le 12:30, dall’ altra demoliva ogni certezza sulle prove. In particolare l’indizio delle scarpe: per l’accusa erano troppo pulite., Stavi non poteva non essersele sporcate se, come diceva, era entrato nella villetta di Garlasco dove Chiara era stata trovata uccisa. E invece non era del tutto impossibile, ha dimostrato Varetto, confortato poi dalla consulenza del chimico Francesco Ciardelli sull’ idrorepellenza – la capacità di ripulirsi – delle Lacoste indossate da Stasi: le sue conclusioni sono convergenti con quelle di Varetto. Dunque non si poteva escludere che le scarpe si erano ripulite dal sangue quando Alberto, il giorno dopo il delitto, ha camminato sul prato bagnato di casa, come ha giurato la mamma di Alberto, Elisabetta Ligabò. Tizzoni però resta perplesso. << Aspettiamo le motivazioni per capire come sia possibile attraversare la scena del delitto senza sporcarsi le scarpe. La vita di Chiara era trasparente. A questo punto non capiamo chi possa essere stato >>. Nessun commento ufficiale da parte dei pm, che dopo la sentenza quando sono usciti dal tribunale si sono allontanati in fretta, scuri in volto. Ma in procura al giorno della sentenza ci si aspettava già lì assoluzione. E si parlava chiaramente di “sconfitta”, biasimando la “irritualità” del comportamento del giudice che si sarebbe sostituito alla procura nelle indagini.
Opposto al commento di Giulio Colli che dice : <<Finalmente difesa e accusa hanno avuto pari dignità nella formazione della prova >>.                                                  Purtroppo Garlasco è un piccolo paese, Vigevano una piccola procura. Quando Alberto Stasi, lancia l’allarme perché è entrato in casa e ha visto Chiara morta, viene lasciato andare. Nessuna perquisizione immediata, nessun interrogatorio a caldo. Nessun sequestro dei suoi mezzi di trasporto. Nessuna analisi del sistema d’allarme. Lo lasciano andare e solo la mattina successiva gli sequestrano le scarpe Lacoste che indossava quando è entrato nella villetta. Secondo la priam versione dell’accusa Chiara è stata uccisa tra le 11.00 e le 11.30 di mattina. Nella requisitoria di Rosa Muscio sposta le lancette del decesso: la 26enne è morta dopo le 12.20, o meglio tra le 12.46 e le 13.26. Un cambiamento d’orario che segue la perizia informatica superpartes che stabilisce che Alberto dalle 9.36 alle 12.20, lavora al file della sua tesi di laurea. Una teoria che non trova d’accordo la parte civile(chiara è morta tra le 9e le 10) e la difesa: il decesso è avvenuto tra le 9.30 e le 10.
Così si chiude il sipario sulla tragedia di CHIARA: Per ricordarla; CHIARA NASCE NEL 1981 dal padre Giuseppe e la madre Rita Preda che lavora nell’ufficio comunale di Garlasco, quando è ancor alle elementari nasce il fratello Marco. Ha una visetto rotondo,occhi castani,i capelli scuri,mai oltre le spalle. Non le piace essere troppo appariscente veste con garbo ed è molto educata. Nel dicembre 2005 si era laureata all’età di 24 anni in Economia e Commercio

Editoriale

Sono giorni difficili per la famiglia della vittima, per la polizia, per il RIS e per tutti coloro che vogliono risolvere questo mistero che nonostante tre anni di accanite indagini resta un giallo. Oggi ancora si parla dell’accaduto, nulla è certo, tranne una cosa, chi è entrato nella casa della vittima quel giorno aveva un solo obbiettivo: uccidere. È qui, a Garlasco,che è morta Chiara Poggi precisamente la ragazza è morta nella sua stessa abitazione dove viveva con i genitori e il fratello minore. Stasi è uno dei primi indagati, ma non l’unico indagato; anche le due cugine gemelle di Chiara: Stefania e Paola Cappa. Oggi le ultime notizie danno un altro nome alla lista degli indagati, un amico di Stasi, Marco Panzanara, figlio dell’ex sindaco di Garlasco.  E ancora sembra che non tutte le prove conducano a Stasi.  Tuttavia ancora la pista della pedofilia non è stata accantonata, infatti sembra che Chiara seguisse per proprio conto strani eventi riguardanti questo fenomeno. Un omicidio è questo che ha portato la morte di Chiara Poggi.  Omicidio è una parola che deriva dal latino HOMICIDIUM da HOMO, uomo e CIDIUM per CAEDES, uccisione, sta a significare l’azione di chi cagiona la morte di una o più persone. Nel caso di Chiara gli inquirenti sostengono che l’omicidio sia premeditato cioè preceduto da un’accurata preparazione. Tutti ancora oggi ci chiediamo chi possa essere stato il crudele assassino, ed ancora il suo movente. Spesso ci sono persone chiamate malati mentali che soffrono d’ Insania ovvero pazzia, che uccidono, molestano, rapiscono, senza alcun motivo, queste però sono persone non dotate di ragione. Si spera che al più presto venga ritrovato l’assassino o gli assassini di Chiara e che venga/vengano punito/i severamente dallo Stato, ma pur punendo indulgentemente, nessuno potrà mai guarire l’immenso dolore dei parenti e degli amici di Chiara. Non essendoci purtroppo la certezza dell’assassino e del movente questo caso per il momento resta un giallo, tutte la piste restano aperta, tutte le persone che si interessano di questo omicidio mettono continuamente in discussione gli eventi e gli indagati. Ultimamente Stasi è stato assolto, nulla è certo, tanti gli indagati, molte le incertezze ed il caso Poggi continua…

Terrermoto ad Haiti: Forte scossa nell’isola di haiti 100.000 sono i morti

Il Premier Berlusconi colpito al volto

Si chiama Massimo Tartaglia ed ha 42 anni l’aggressore del premier. Tartaglia è uno squilibrato in cura da 10 anni ai servizi psichiatrici del policlinico. Era mescolato tra la folla sotto il palco in attesa di avere un autografo del premier. L’uomo, con indosso un piumino chiaro, ha atteso l’arrivo del leader del Pdl, si è fatto largo tra i sostenitori e poi l’ha colpito improvvisamente prima di essere bloccato dagli uomini delle Forze dell’Ordine.  In serata Tartaglia è stato formalmente arrestato con l’accusa di lesioni pluriaggravate ,il professor Alberto Zangrillo, medico personale del presidente del Consiglio ha disposto 15 giorni di prognosi. Secondo quanto riferito dal professor Zangrillo, il colpo inferto dall’aggressore a Berlusconi ha provocato un «trauma contusivo importante al massiccio facciale.  Il Premier Berlusconi è stato colpito in peno viso dopo aver concluso il comizio di Milano in seguito alla festa del Tesseramento del PDL. Milano è una città dell’Italia settentrionale, capoluogo della Regione Lombardia. Con una popolazione di 1.303.394 abitanti, è il secondo comune italiano per popolazione, dopo Roma, e rappresenta il centro della più vasta area metropolitana d’Italia.
Capitale economica e del mercato finanziario italiano, è tradizionalmente anche una delle capitali internazionali della moda (insieme a Parigi, Londra e New York) e del design industriale. Milano è anche sede di uno dei maggiori poli fieristici d’Europa. La scena si svolge in pochi minuti quando l’aggressore approfittando di una sosta del premier per una foto con alcuni fan, senza dire una parola riesce a fendere la folla e a colpirlo in pieno volto con una piccola riproduzione del duomo in gesso con basse metallica. Per qualche istante è il panico: il presidente si accascia  violentemente colpito, mentre il viso si riempie di sangue. L’attentatore viene agguantato subito da poliziotti e agenti segreti e sottratto alla gente. L’attentatore aveva in Tasca oltre al duomo anche un crocifisso ed una bomboletta spray per questo dopo l’interrogatorio in questura, il Procuratore ha voluto sentire anche lo psichiatra che lo ha in cura. Ancora non si capisce con quanta consapevolezza deve aver agito l’uomo. Ma che sia un tipo starno le deve aver intuito anche Berlusconi che lo ha fissato dispiaciuto negli attimi dell’aggressione. Il Premier dopo essere stato caricato in macchina è riuscito dallo sportello per rassicurare la folla; ma il dolore poi ha avuto il sopravvento . La sua scorta lo ha trasportato d’urgenza al San Raffaele dove è stato ricoverato. Mentre veniva portato fuori dal pronto soccorso ha stretto la mano a uno del suo staff. «Sto bene, sto bene», ha esclamato. Poi sono cominciate le visite: i suoi figli, Marina accompagnata dal marito, Piersilvio, Barbara con il compagno ed Eleonora. E ancora Adriano Galliani, Emilio Fede, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, quello del Turismo, Vittoria Brambilla e quello della Cultura Sandro Bondi, il sottosegretario Paolo Bonaiuti e il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, Bersani,che ha fatto sentire la solidarietà dell’opposizione per lo spiacevole accaduto.   I motivi anche se non sono stati ancora interpretati bene son facilmente leggibili. Possiamo dire sicuramente che Massimo Tartaglia non era del Partito Politico del Premier. E che a quanto ha dichiarato Odiava la sua politica.

Aggiornamento Medico

Obama ; Premio Nobel per la pace 2009

E’ Barack Obama il premio nobel per la pace 2009.                                                                                                                                                                                                                                                                           Barack Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti e primo Afroamericano a ricoprire la carica. Obama è stato senatore junior per lo stato dell’Illinois dal gennaio 2005 al novembre 2008 dal qual incarico si è dimesso dopo la sua elezione come presidente . Il giovane politico dispone di un background di tutto rispetto;  E’ laureato alla Columbia University e alla Harvard Law School, e proprio durante la sua legislazione ha ereditato un America in preda alla crisi economica, un popolo disorientato  ha scelto di scommettere su un cambiamento radicale scegliendo che  giovane afroamericano presidente risollevasse gli USA.                                                                                                  Ed ora senza rendercene conto da due anni,inclusi i tempi dell’accesa campagna elettorale, i nostri teleschermi, le prime pagine dei giornali si sono riempite sempre più della storia e del volto di un senatore di Chicago con il padre keniota e la madre del Kansas.                                                                                                                       Se guardiamo indietro vediamo una sequenza di colpi di scena, sfide, folle , video, promesse, canzoni e discorsi che si sovrappongono e costruiscono l’idea che ci siamo fatti dell’America di oggi e del suo nuovo presidente .                                                                                                                                                                                  Oggi a quasi solo 10 mesi di distanza dalla sua elezione gli viene conferito il massimo riconoscimento internazionale dell’accademia svedese non tanto per quello che ha fatto quanto per la linea che intende seguire nel campo della pace secondo le intenzioni chiaramente espresse fin dall’insediamento alla casa bianca.  Il premio nobel ad Obama ha riacceso la speranza del processo di pace tra Palestinesi e Israeliani ma anche del conflitto in Afghanistan.  Obama è considerato un leader della riconciliazione tra America ed Europa, tra America e paesi sottosviluppati, tra America e Cina e India. Il comitato ha deciso di assegnare il Premio ad Obama grazie ai suoi sforzi nel rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli. Il comitato inoltre ha dato grande importanza all’impostazione di Obama per un mondo senza armi nucleari. L’immagine di un mondo libero dalle armi nucleari ha stimolato il disarmo. Obama ha catturato l’attenzione del mondo e dato al suo popolo la speranza di un futuro migliore. La sua diplomazia si fonda sul concetto che coloro che sono alla guida del mondo debbano svolgere il proprio ruolo sulla base di valori e atteggiamenti che sono condivisi dalla maggioranza della popolazione mondiale. Con questi suoi pensieri e con la dimostrazione che tutto ciò che dice viene messo in pratica ha conquistato così il cuore dei cittadini e l’approvazione del comitato ricevendo il premio Nobel.   Questo Premio nobel gli verrà consegnato a Oslo conosciuta come Cristiania è la capitale della Norvegia.  Ha una popolazione di quasi 600.000 abitanti e accoglie il 12%della popolazione norvegese e Obama ha già fatto sapere che andrà personalmente a ritirarlo insieme ad una medaglia, ad un diploma ed  un assegno da 10.000.000 di corone sicuramente devoluto in beneficenza.                                        Il presidente riceverà questo premio il giorno 10 dicembre 2009 in una giornata memorabile nel municipio di Oslo.  Dopo la premiazione Obama uscirà in piazza dove verrà atteso da una platea di gente e soprattutto come ospiti d’onore Il re e la Regina Harold e Sonia di Norvegia e il Principe ereditario Haokon e la consorte Mette-Merit.

10\129: Il discorso di Obama alla consegna del Premio Nobel per la Pace

Barack Obama ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. A Oslo, alla presenza del Comitato che stabilisce i nomi dei vincitori e di altri ospiti illustri, il Presidente degli Stati Uniti d’America, accompagnato dalla moglie Michelle Obama, ha ottenuto questo riconoscimento. Nel discorso che ha tenuto Barack Obama ha sottolineato molti aspetti che sono stati fonte di critica da parte degli oppositori. Come il fatto che, a distanza di poco tempo dall’accettazione del premio, ha deciso di aumentare i soldati americani in Afghanistan.

“La guerra è nata con la storia dell’uomo. E’ giustificata solo se come ultima spiaggia, per autodifesa, se la forza impiegata è proporzionale e se laddove è possibile vengono risparmiati i civili. Per gran parte della storia il concerto di “guerra giusta” non è stato osservato“, queste le parole di Barack Obama che ha aggiunto: “Sono il comandante in capo di una nazione e di un esercito che si trova nel bel mezzo di due guerre. Una è alla fine l’altro è un conflitto che l’America non ha cercato e che coinvolge 42 nazioni. Comunque ,siamo in guerra e o sono responsabile del dispiegamento di giovani americani dispiegati in terra straniera. Alcuni uccideranno, altri saranno uccisi. Vengo consapevole del rapporto difficile tra guerra e pace ma per sottolineare l’obiettivo di sostituire l’una all’altra
Barack Obama offre tutti i suoi buoni propositi, per fare in modo di meritarsi davvero questo premio. Il Presidente ha anche ricordato che gli strumenti utilizzati in guerra hanno un ruolo nel difendere la pace, riconoscendo poi che “la guerra in sè non è mai gloriosa e non dobbiamo mai considerarla tale. Barack Obama ha anche citato Martin Luther King, che sottolineava come la violenza non potesse portare ad una pace permanente, e Kennedy, quando si auspicava il raggiungimento di un livello di pace piu’ ragionevole.
Prima di ricevere il premio, Barack Obama ha anche ricordato che c’erano, probabilmente, candidati che avrebbero meritato di piu’ il premio: “Non ho dubbi sull’esistenza di altri candidati che avrebbero potuto essere più meritevoli“, mentre il premier norvegese ha cosi’ commentato la scelta del vincitore: “Non posso pensare a nessuna altra persona che abbia fatto così tanto per la causa della pace nel corso dell’ultimo anno come il presidente Obama“.

Conferenza sul clima di Copenhagen:

Il Fatto: I cambiamenti climatici che si sono verificati negli ultimi anni sulla nostra terra hanno portato ad organizzare un summit, al quale hanno partecipato 192 paesi del mondo e per due settimane si parlerà di questo problema con lo scopo di stringere un accordo per evitare al mondo effetti disastrosi dovuti dal riscaldamento globale. Tutti i paesi devono impegnarsi nel raggiungimento di un obbiettivo importante: abbassare le emissioni di anidride carbonica. La fascia di ozono è ormai rarefatta, la causa principale di questo è il cloro. Per evitare l’ulteriore assottigliamento dello strato di ozono, i paesi dell’ONU hanno ritenuto opportuno cessare la produzione di alcuni gas. L’obbiettivo di quest’incontro a Copenhagen è quello di impegnare i paesi industrializzati a sviluppare proposte per ridurre l’emissioni dei cosiddetti “gas serra”. Il vero nodo di questo incontro mondiale consiste nell’impegno finanziario che i paesi industrializzati debbono sopportare per consentire ai paesi in via di sviluppo di abbandonare le vecchie ed inquinanti tecnologie produttive a favore di quelle più evolute e meno dannose per l’ambiente.

Dal 7 al 18 dicembre 2009 si terrà a Copenhagen la quindicesima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima. All’ultimo Consiglio europeo sull’Ambiente si è discusso soprattutto dello sviluppo della posizione dell’UE in vista della Conferenza della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici dove si dovrebbe raggiungere un accordo internazionale sul clima per il periodo successivo al 2012, quando termina il primo periodo d’impegni del Protocollo di Kyoto. L’evento si svolgerà a Copenhagen città e capitale più popolosa della Danimarca. È situata sulle isole di Zelanda e di Amager ed è separata da Malmö, Svezia, dallo stretto di Øresund. Con il completamento del Ponte di Öresund nel 2000, Copenaghen e la città svedese di Malmö sono collegate da un collegamento automobilistico e ferroviario grazie al quale dovrebbero migliorare lo scambio commerciale, i rapporti tra i due Stati e il transito dei pendolari da entrambe le sponde. Il governo danese ha invitato a Copenhagen i ministri di alcuni paesi selezionati per partecipare alla conferenza mondiale sul clima di fine anno. Inoltre sono intervenuti oltre 192 delegati dei paesi di tuto il mondo tra cui: Ban Ki Moon Segretario Generale delle Nazioni Unite, Lumumba Di-Aping delegato sudanese del G-77, MR Kyotocome da alcuni è stato soprannominato Yvo de Boer, segretario generale della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Il presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama,il ministro Cinese Zhenhua Xie. Il summit rende partecipi inoltre i membri del G77. Il G77 è un’organizzazione intergovernativa delle Nazioni Unite, formata da 130 paesi del mondo, principalmente in via di sviluppo. Il gruppo dei 77 nacque il 15 giugno del 1964, dai 77 paesi in via di sviluppo firmatari della “Dichiarazione unitaria dei 77 stati”, sottoscritta alla prima sessione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo e il Commercio (UNCTAD) svoltasi a Ginevra. Il primo incontro si tenne ad Algeri dal 10 al 25 ottobre 1967 e gli stati membri approvarono l’adozione della “Carta di Algeri”, una struttura istituzionale permanente che si sviluppò gradualmente, con l’obiettivo di creare le Sezioni del Gruppo dei 77, tramite gli uffici di collaborazione presenti a Ginevra (UNCTAD), Nairobi (UNEP), Parigi (UNESCO), Roma (FAO), Vienna (UNIDO), Washington D.C. (Gruppo dei 24). Attualmente gli Stati membri sono 130. Hanno aperto la conferenza per diminuire di almeno due gradi la temperatura del pianeta. Fra i Paesi più inquinanti, Pechino ha promesso di tagliare le emissioni di carbonio per unità di crescita economica, misurate nel 2005, del 40-45% entro il 2020; l’India ha promesso di tagliarle del 24% nello stesso periodo; gli Stati Uniti offrono un taglio del 17% entro il 2020. L’Unione europea è la più decisa, desiderosa di tagliare le emissioni del 20% sotto i livelli del 1990. Tali riduzioni comportano un minore uso di energia proveniente dai fossili (carbone e petrolio) e rischia di colpire la crescita economica delle nazioni. La Cina, ad esempio, rischia di ridurre del 3-4% la sua crescita nei prossimi anni, provocando chiusure di fabbriche, licenziamento di decine di milioni di persone e possibile instabilità sociale. Secondo un’inchiesta di Globescan, il 64% della popolazione mondiale considera il riscaldamento del pianeta un problema molto serio, il 20% in più rispetto a una simile inchiesta del 1989.  Uno studio della Nielsen – Oxford University mostra che su ventisette mila utenti d’internet, solo il 37% è “molto preoccupato” sui cambiamenti climatici il 4% in meno di due anni fa.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             Le questioni davvero critiche sono due. La prima è la definizione di obiettivi specifici e vincolanti di riduzione delle emissioni da parte dei Paesi sviluppati. I Paesi in via di sviluppo vogliono vedere un impegno concreto da parte dei Paesi industrializzati che, per 200 anni, hanno inquinato a loro piacimento. La seconda questione è chi paga e quanto per l’adattamento e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici nei Paesi poveri. L’Europa, il Giappone e gli USA devono mettere sul tavolo una proposta interessante per i Paesi in via di sviluppo, se vogliono che questi firmino un accordo.
I leader mondiali hanno dodici giorni per siglare un accordo che nel 2012 sostituirà il protocollo di Kyoto. In 10 punti cosa ha fatto fin qui l’Unione europea per combattere il riscaldamento globale:

  1. 1. Riduzione delle emissioni: il Parlamento ha adottato un nuovo “Sistema di scambio delle quote di emissione” dei gas a effetto serra. L’obiettivo è ridurre le emissioni dei gas serra del 20% nel 2020 rispetto al 1990. L’UE si è anche impegnata ad arrivare fino al 30%, a patto che anche gli altri Paesi sviluppati siano disponibili a raggiungere un obiettivo simile. In vista di Copenhagen, il Parlamento chiede una riduzione delle emissioni almeno dell’80% entro il 2050.
    2. Uno sforzo condiviso: ogni Paese dell’UE deve rispettare obiettivi vincolanti in termini di riduzione delle emissioni prodotte da quei settori non inclusi nel sistema di scambio delle quote, come i trasporti, l’edilizia e l’agricoltura, fra il 2013 e il 2020. Queste aree producono circa il 60% delle emissioni europee.
    3. Cattura di CO2: un quadro giuridico per lo stoccaggio geologico di CO2, per depositare il diossido di carbonio sottoterra in maniera sicura e permanente, e così contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Le emissioni industriali, che sarà possibile catturare e stoccare grazie ai nuovi impianti, costituiscono il 40% del totale nell’UE.
    4. Auto più verdi: standard più severi per i veicoli immatricolati nell’UE a partire dal 2012. Il Parlamento ha approvato un regolamento che obbliga i costruttori a produrre macchine che non emettano più di 130 g di CO2 al km, e di avviare misure per un’ulteriore riduzione di 10 g/km. Oggi le auto sono responsabili di circa il 12% di tutte le emissioni di CO2 dell’UE.
    5. Energie rinnovabili: entro il 2020, le rinnovabili costituiranno almeno il 20% dell’energia europea. Rinnovabili sono le fonti non fossili: eolico, solare, geotermico, idrotermico, idroelettrico, biomasse… Nel 2005 costituivano solo il 7% del parco energetico UE. Nella direttiva voluta dal Parlamento, ogni Paese sarà obbligato a rispettare target precisi nei diversi settori. Per l’Italia l’obiettivo 2020 è 17% di energia pulita.
    6. Meno CO2 dai combustibili: è possibile ridurre anche le emissioni dei combustibili usati per i veicoli a motore. L’estrazione, la coltura e il trasporto e la distribuzione di materiali fossili può avvenire in modo più efficiente, permettendo un taglio fino al 10% delle emissioni entro il 2020. Come? Attraverso, per esempio, l’impiego di biocarburanti o carburanti alternativi. La direttiva si applica a quasi tutti i mezzi di trasporto, tranne treni e aerei.
    7. Pneumatici efficienti: un sistema europeo di etichettatura degli pneumatici in base alla loro performance ambientale permetterà, a partire dal 2012, di acquistare i pneumatici più efficienti, e così ridurre le emissioni del trasporto stradale.
    8. Edifici intelligenti: tutti gli edifici costruiti a partire dal 2020 dovranno avere standard ambientali molto elevati ed essere quasi autosufficienti dal punto di vista energetico. Anche le ristrutturazioni saranno nel segno del verde: quando faranno grandi lavori, i proprietari saranno incoraggiati a impiegare le nuove tecnologie intelligenti.
    9. Elettrodomestici più ecologici: al via un nuovo sistema di etichettatura per elettrodomestici e apparecchiature elettroniche, per differenziare e rendere più chiara la già nota “scala verde” europea. I prodotti più virtuosi dal punto di vista energetico saranno classificati come “A+++”. In più le pubblicità dovranno reclamizzare anche la classe energetica del prodotto promosso.
    10. Il Parlamento … al verde: gli edifici del Parlamento europeo sono sottoposti a uno speciale sistema di Audit energetico (EMAS), con l’obiettivo di tagliare le emissioni di CO2 del 30% entro il 2020. Un esempio? Dal 2008, solo energia verde nei tre luoghi di lavoro.

Italia terz’ultima in politiche per combattere i cambiamenti climatici: peggio solo Canada e Arabia Saudita. Il Brasile ha invece fatto meglio di tutti conquistando il 4/o posto grazie alla lotta alla deforestazione. Quarto posto che sarebbe il primo perché il podio dei primi tre per le performance 2010 per salvare il clima è rimasto vuoto. Nessun Paese è riuscito insomma a raggiungere obiettivi tali da meritarsi una medaglia. Una delle nazioni protagoniste di questo incontro è stata la Svizzera che ha proposto varie soluzioni. La Svizzera ritiene che tutti i paesi industrializzati debbano impegnarsi a raggiungere gli obbiettivi di riduzione.  Questo carico va distribuito in modo equo e differenziato. La Svizzera ha inoltre presentato una proposta riguardante il finanziamento dell’adattamento ai cambiamenti climatici mediante una tassa globale sulla Co2.

Editoriale: Sono giorni che ormai tutte le migliori testate giornalistiche  dedicano uno spazio alla Conferenza di Copenhagen nella quale si sta discutendo animatamente di tutto ciò che riguarda l’inquinamento e i danni che questo sta provocando e ancor di più che provocherà al mondo intero. Svariati sono state le proposte, le soluzioni come: servono sul serio gli Agrocarburanti? Infatti questi non sono le soluzioni ai nostri problemi ma solo una delle cause,ed ancora, cercare di stabilizzare al più presto le emissioni di Co2 al massimo nei prossimi 6 anni per poi portarlo a 0entro e non oltre il 2050.                                    Si spera tuttavia che da una parte diplomaticamente e da un’altra con manifestazioni NO GLOBAL e GREENPEACE, i capi del mondo attuino quanto prima delle norme che ci premetteranno perlomeno di sperare in un mondo sicuro per quelli che verranno dopo di noi.  Importante è stata anche la l’iniziativa nelle quale 165 bambini e ragazzi di 44 paesi hanno espresso la loro opinione rigurado il clima dando importanti spunti ai Rappresentanti dei Paesi.  Ma ciò che tutti oggi ci stiamo chiedendo è:                                                                                                                                                                                                             Porterà bene questa conferenza?                                                                                                                                                                                                                                                   Diminuirà l’inquinamento ?                                                                                                                                                                                                                                                                    Una cosa è certa, solo noi uomini possiamo proteggere o distruggere ciò che ci circonda per ora la strada è quella della distruzione ma cosa potrà mai accadere dopo…?

Approfondimento:

Dall’era vichinga, nel luogo dove oggi sorge la città di Copenhagen aveva sede un villaggio di pescatori genericamente identificato con il nome di Havn. Dalla metà del XII secolo il villaggio crebbe di importanza, dopo l’entrata in possesso del vescovo Absalon che lo fortificò nel 1167, anno che appunto segna tradizionalmente la fondazione di Copenaghen. L’eccellente porto di Copenaghen ha incoraggiato la crescita fino a diventare un importante centro di commercio. Il villaggio è stato ripetutamente attaccato dalla Lega Anseatica. Nel 1254, ha ricevuto il suo statuto come città dal vescovo Jakob Erlandsen.Tra il 1658 ed il 1659, sotto Carlo X, la città ha subito un grave assedio, respinto con successo da un grande assalto. Nel 1801 l’ammiraglio Parker della flotta britannica, ha combattuto una grande battaglia, la Battaglia di Copenaghen, con la marina danese nel porto di Copenaghen. Fu durante questa battaglia che Horatio Nelson pronunciò la celebre frase “mettere il telescopio davanti all’occhio” in modo da non vedere il segnale di cessate il fuoco dell’ammiraglio Parker. Quando una spedizione britannica bombardò Copenaghen nel 1807 per acquisire il controllo della marina danese, la città subì gravi danni e molte vittime. Il motivo per cui la devastazione fu così grande, è che a Copenaghen c’era una vecchia linea di difesa, praticamente inutile contro il bombardamento dei britannici. Ma fino al 1850 sono stati i bastioni della città aperta ad acconsentire ai nuovi alloggi di essere costruiti intorno ai laghi. Questo drammatico aumento dello spazio è stato da lungo tempo una causa del cattivo servizio igienico nella città vecchia. Prima dell’apertura, il centro di Copenaghen era abitato da circa 125.000 persone, fino ad un massimo di 140.000 nel 1870, mentre oggi ce ne sono circa 25.000. Nel 1901, Copenaghen ha ulteriormente ampliato la popolazione con 40.000 persone nel processo di integramento con Frederiksberg all’interno della capitale.Durante la seconda guerra mondiale, Copenaghen, come il resto del paese, fu occupata da truppe tedesche, dal 9 aprile 1940 fino al 4 maggio 1945. Nel mese di agosto 1943, quando il governo collaborazionista crollò, diverse navi danesi vennero affondate nel porto dalla Royal Navy in modo da impedire che esse potessero cadere in mano nemica ed essere utilizzate dai tedeschi. La città, dopo la guerra, è cresciuta notevolmente: negli Anni ’70, utilizzando il cosiddetto “piano delle cinque dita”, sono state costruite delle linee ferroviarie per collegarla alle città circostanti

Visita al Museo Ferroviario Di Pietrarsa

Mercoledì 18 novembre noi ragazzi di 3mb in compagnia delle altre terze medie abbiamo visitato il Museo Ferroviario di Pietrarsa. Una volta arrivati a scuola abbiamo seguito le indicazioni del Preside e della Prof. Iacolare che ci hanno mostrato il Pullman su cui salire e che ci avrebbe portato fino a destinazione. Nel pullman il tempo è trascorso velocemente tra una battuta ed una canzone; arrivati al museo abbiamo notato che il bel tempo ci avrebbe accompagnato tutta la giornata.

La visita culturale al museo ferroviario di Pietrarsa, si è svolta in parallelo allo studio e ripetizione della prima rivoluzione industriale e delle ferrovie italiane, avendo da poco studiato l’unità d’Italia e svolto alcune ricerche sulla storia delle ferrovie italiane.

Osservando le varie locomotive presenti al museo, siamo andati alla “scoperta” dell’albero genealogico del treno (da quello a vapore a quello elettrico).

Abbiamo toccato con mano tutto quello studiato sull’argomento, e si sono materializzate tutti i concetti appresi in via teorica.

Questo straordinario museo è realizzato in adiacenza della Napoli-Portici,

la prima linea ferroviaria italiana inaugurata il 3 ottobre 1939.

Esso è uno dei più importanti musei ferroviari Europei e occupa i capannoni del primo opificio meccanico italiano fondato nel 1840, dal re Ferdinando secondo di Borbone, al fine di poter dotare ferrovie e marina del regno delle nuove e indispensabili macchine a vapore

A dire il vero la produzione iniziale del reale opificio fu al quanto poliedrica,tanto da elencare tra i prodotti usciti dallo stabilimento anche numerose statue ed opera d’arti.

Tra queste va ricordata la statua dello stesso sovrano posta sul piazzale dello stabilimento dal lato opposto rispetto all’ingresso, raffigurante il re nell’atto di ordinare la fondazione delle officine.

La colossale statua è una tra le più grandi raffigurazioni di ghisa che siano mai state fuse in Italia.

La visita vera e propria ha inizio dal suggestivo salone delle locomotive a vapore tra le quali spicca la copia della Bayard.

Degne di rilievo sono anche la locomotiva austriaca, preda bellica dell’esercito italiano che la riutilizzò sulle nostre linee ferrate; altra locomotiva che fu impiegata nel solenne compito di portare la salma di milite ignoto, dalle trincee di confine, sino al maestoso sacello costituito dall’Altare della patria.

Fra le locomotive elettriche è meritevole  l’elettromotrice Ale, contemporanea al famoso treno che a sua volta è avo del moderno “pendolino” avendo ottenuto il 20 luglio 1939, il primato mondiale di velocità commerciale.

Fra le carrozze spicca il salone del terno reale che presenta un soffitto liberty d’oro zecchino dipinto di blu. Lo stesso salone, è provvisto di un tavolo di mogano il pezzo unico per 26 commensali, Questo vagone fu realizzato per le nozze di Umberto II di Savoia con Maria Josè de Belgio.

Terminato in giro in questo primo padiglione siamo entrati nel “paradiso delle miniature”.

In seguito alcuni di noi, accompagnati dalla Prof.ssa Iacolare abbiamo visto altre spettacolari invenzioni come il distributore di biglietti e la poltrona a due lati

Festa della   Solidarietà               Castagnata 2009

Sabato 24 ottobre si è svolta la Castagnata la quale è iniziata alle 15.00 ed è finita alle 20.30 .  All’inizio la giornata sembrava ottima ma il pomeriggio si è rivelata una giornata pessima perché ha iniziato a piovere interrottamente . Quando la pioggia si è affievolita abbiamo ripreso a giocare. Durante i giochi cominciavano già ad arrivare i genitori di quasi tutti gli alunni della scuola. C’eravamo tutti i professori,compreso il direttore delle elementari , sono venuti anche ragazzi del liceo cioè ex alunni dell’Istituto Fratelli Maristi e alcuni animatori del Corso di cresima. Le ragazze delle seconde medie hanno eseguito un balletto per la solidarietà coreografato dalla professoressa Rossella Riccardo e dalla figlia Federica Speranza. C’erano anche alcuni bambini delle elementari con i propri genitori che si sono impegnati tanto nell’allestimento di cartelloni e materiale affisso nel porticato principale della scuola. L’evento si è svolto come ogni anno nell’Istituto Fratelli Maristi di Giugliano , in particolare nel suo cortile dotato di un campo per la palla prigioniera e un campo da calcio; al termine dei giochi poi siamo passati sotto al porticato dove era stato allestito un palco per l’esibizione delle seconde medie e tanti punti vendita di bibite e panini. Per quanto riguarda il backstage fervevano i preparativi infatti nel giardino sul retro una brace enorme,aveva il compito di arrostire le castagne. Nella mensa le mamme e gli animatori intenti a spacchettare torte, pizze, rustici e fare pop corn. Fuori nel cortile le telecamere della rete televisiva Tele club Italia erano ancora più impegnate nel seguirci in tutte le nostro mosse e nei preparativi.  Proprio tutti insomma davano da fare nel loro compito, nella confusione generale però abbiamo perso qualcuno. Infatti sia il Preside Fr. Giorgio Banaudi che la Professoressa  Rossella dove erano finiti? Ovviamente a coordinare le attività in palestra e in cortile.  A causa della pioggia molti alunni però lunedì e martedì sono rimasti a casa sotto le coperte. La castagnata è uno dei momenti più attesi dai ragazzi della scuola i quali si impegnano nel cercare di vincere ma anche di fare molta beneficenza. Il ricavato ei soldi quest’anno sarà destinato ai bambini dell’africa in particolare del Ghana. Alla festa sono stati venduti dolci, torte salate e bibite, il tutto è stato gradito dai ragazzi che hanno consumato con piacere spendendo poco. Uno trai momenti principali è stato quello dei giochi momenti di tensione ma allo stesso tempo estrema felicità. I giochi in competizione sono stati: Palla Prigioniera: alla quale hanno giocato tutti gli alunni delle classi,  Palla a mano: alla quale hanno partecipato solo le ragazze, Basket alla quale hanno giocato solo alcuni ragazzi,   Calcio: dove i ragazzi più bravi si sono impegnati per vincere.  La sfida è stata tra le varie classi e non tra le sezioni, le classi erano: Prime A, B, C, Seconde ,A B, C, Terze A, B ,C (Medie): le classi si sono sfidate l’con molta bravura  ma soprattutto rispettandosi. Dopo i meravigliosi giochi vi è stato il balletto delle 2 al quale hanno partecipato tutte le alunne di seconda. Dopo il balletto vi è stato il momento di Spannung ,quello più atteso, la premiazione. La classe vincitrice delle prime è stata la A, delle seconde La B e delle terze la C. Nonostante alcune sconfitte nessuna classe si è scoraggiata, dato che tutti sappiamo che vincere è bello ma non vincere non equivale ad una sofferta sconfitta, La castagnata è un momento di festa e di allegria e non di tristezza è una bellissima festa di solidarietà caratteristica dei Fratelli Maristi.   La Castagnata è un evento molto importante per la scuola marista del mondo che gravita intorno a questo straordinario mondo in cui si apprende come crescere. Questa festa è chiamata Castagnata perché il mese di solidarietà per i maristi che è ottobre è anche quello in cui crescono le Castagne. Esso è anche il mese Missionario in cui abbiamo conosciuto la storia di un Fratello Marista che nell’interevento di aiutare centinaia di giovani algerini mentre espletava quotidianamente la sua missione fu   ucciso da tre persone l’8 maggio del 1994 nel paese di Paul- Helene Saint Raimons.  Il perché di tutto di ciò? L’iniziativa è destinata al reperimento di fondi per il Ghana. Il Ghana è un paese dell’Africa centrale con grandi potenzialità ma presenta una situazione socio-economica molto difficile. La maggior parte della popolazione vive in villaggi poverissimi. L’assistenza sanitaria è presente solo nelle aree urbane e con costi altissimi ed accessibili solo a pochi privilegiati. Chi lavora a contatto con gli africani ha bisogno di sostegno e di una grande collaborazione da parte di quelli che credono nella solidarietà tra tutti i popoli. Anche in questo paese lontano esiste chi ha bisogno di sostegno per continuare a sottrarre i bambini allo sfruttamento e donare loro la possibilità di una educazione. Durante l’anno tutte le province mariste partecipano a questa iniziativa. Sapere che la nostra fatica serve a salvare delle vite umane ci riempie di una gioia indescrivibile. Una gioia che neanche il regalo più grande e più costoso ricevuto o desiderato da tempo ci potrebbe dare. Ma la solidarietà non è solo  intervenire per sopperire a carenze alimentari. La solidarietà è nei confronti di questi paesi, è lottare con loro per raggiungere l’uguaglianza, la giustizia, migliori condizioni di vita e di avere quindi  ma realtà diversa.  Se con il nostro impegno si riuscisse a realizzare un’assistenza medica continua o a sviluppare una rete sanitaria o a costruire un pronto soccorso o delle strutture scolastiche.  Sarebbe una grande conquista da parte di questi paesi, ma soprattutto una nostra grande vittoria.

Sicilia, Messina – Alluvione mortale

Messina – Nel  pomeriggio di giovedì 1 ottobre 2009 piogge di forte intensità hanno scatenato un violento nubifragio che ha colpito la ionica Messinese e ha prodotto danni incalcolabili. Le zone più colpite sono state quelle di S. Stefano Briga e quella di Gianpileri dove un costone roccioso è franato colpendo alcune abitazioni.    Ventiquattro i  morti, trenta o quaranta i dispersi, quaranta i feriti, quattrocento gli sfollati. A Gianpileri dovrebbe trovarsi la maggior parte dei dispersi, di quelle vite che mancano ancora all’appello: Pasquale Bruno, quarant’anni è stato travolto e soffocato dal fango nella piazza di Gianpileri ; è un pensionato di settant’anni Francesco De Luca annegato nello scantinato della sua casa, in Contrada Vallone, questi erano i nomi di alcuni dei morti.  L’alluvione è un evento che sviluppa gradualmente e permette, quindi, alle persone di mettersi in salvo, soprattutto, quando l’intervento della protezione civile è tempestivo.  Ma quando la frana provocata dal nubifragio raggiunge i centri abitati, in brevissimo tempo, coprendo di fango e detriti intere zone, allora tutto diventa più complicato.  Così come è successo a Messina, le persone hanno trovato difficoltà a scappare via e sono state sommerse improvvisamente dal fango spazzando via ogni cosa.   Tutto è stato sommerso dall’acqua: auto, case, oggetti galleggiano in superficie.   I morti accertati sono ventiquattro e i dispersi trenta o quaranta; ma il bilancio è destinato a salire.  I volontari non lavorano in condizioni ottimali, ma proseguono ostinati nello scavo per trovare altri corpi: vivi o morti.  In un momento di così grande difficoltà si Fa di tutto per mettersi in salvo ma c’è gente intorno  che chiede aiuto. E allora in quel momento come ci si comporta? Si Scappa  via, ma dove? Allora si cerca  di capire cosa sta succedendo, ma non si trova una risposta. Si Inizia  a pregare tanto affinché tutto finisca. È proprio quello che è capitato ai poveri abitanti di Messina coinvolti nella catastrofe. Adesso la città è sgomenta, le persone disperate.  Ed è proprio quando succede l’irreparabile che ci chiediamo: si poteva evitare la catastrofe?  Come hanno potuto far costruire case in zone così a rischio? Si inizia così la ricerca del colpevole che avrebbe violato norme sull’abusivismo, edilizia, i scarsi controlli da parte delle autorità comunali, sulle responsabilità.   Tuttavia le alluvioni sono catastrofi devastanti che molto spesso provocano distruzioni di intere città e la morte di molti innocenti. In un passato prossimo l’Abruzzo oggi è il caso di Messina, ma la prossima volta quale paese potrà essere colpito?E i danni? Le vittime?Chi può ripagare le persone di tale sofferenza? Sicuramente nessuno.  Questa poteva essere una catastrofe annunciata in quanto nel 2001 Messina era stata già colpita da un’ alluvione e già allora i danni furono ingenti. Cosa dire, si spera che questa sia l’ultima catastrofe in conseguenza di ligi controlli sui territori a rischio.

Terremoti, tsunami e tifoni. Sumatra trema ancora.

Sono 1100 i morti accertati, per ora, più di 140, solo quelli che hanno perso la vita per le ondate assassine dello tsunami nel Pacifico. Quasi 400, invece, le vite cancellate dal tifone ketsana; numeri fatalmente destinati a moltiplicarsi.

Tsunami, terremoti e tifoni, sono state queste le cause del tragico bilancio. Lo tsunami che ha spazzato via  Tamoa e Tonga, le scosse di terremoto di magnitudo 6.8 sulla scala Richter; i tifoni che hanno sradicato alberi e case.

Come se ciò non bastasse sono entrati in azione gli sciacalli, saccheggiando le case abbandonate.

Tutto ciò è quello che è  tragicamente successo il 2 ottobre 2009. questo sciame di cataclismi dal 2000 ad oggi  ha contato più di 30 episodi, come quello del 2004 che provocò lo tsunami di Santo Stefano. Epicentro degli accaduti è Sumatra, in Indonesia, situata nel quadrante sud est del mondo; è la sesta isola più estesa del pianeta e la terza dell’arcipelago Indonesiano.

Questi fenomeni si verificano a causa di grandi movimenti all’interno della terra, terra, la quale è un pianeta vivo, dinamico e sorprendente. L ‘Indonesia, in particolare  la parte esposta a sud, come Sumatra, è una zona ad alto rischio sismico.

Approfondimento:

MAREMOTI – Le vibrazioni marine producono onde molto alte e veloci anche 700 chilometri orari: in una prima fase il livello del mare si abbassa improvvisamente, poi enormi onde sconvolgono le coste provocando gravi distruzioni. Questo fenomeno si verifica soprattutto nell’ Oceano Pacifico: in Giappone le grandi onde sono chiamate tsunami. Il termine tsunami, sinonimo di maremoto, è di origine giapponese e significa letteralmente “onda del porto”. Questi terremoti sottomarini possono causare uno spostamento della massa d’acqua sovrastante e una o più onde, alte anche da 10 a 100 metri e oltre. Quando queste onde incontrano la terraferma o delle isole, si abbattono in modo devastante sul litorale, anche per chilometri. Tragicamente noto il maremoto dell’Oceano Indiano i cui tsunami hanno devastato, il 26 dicembre 2004, una larghissima area del sud-est asiatico, dalla Malesia alla Somalia e causato danni per miliardi di dollari, nonché migliaia di decessi. Otre allo tsunami del 2004 uno dei più violenti maremoti  degli ultimi quarant’anni è quello che si abbatté nel marzo del 1964 che provocò migliaia di vittime, sia direttamente sia attraverso il conseguente maremoto manifestatosi attraverso una serie di onde anomale alte fino a quindici metri che hanno colpito sotto forma di giganteschi tsunami vaste zone costiere dell’area asiatica tra i quindici minuti e le dieci ore successive al terremoto. Andando più indietro nel tempo si citano il terremoto del 1908, un terremoto sottomarino che causò un devastante maremoto sulle coste di Sicilia e Calabria e il maremoto che distrusse Santorini e facendo terminare la civiltà minoica. I maremoti si verificano quando l’ epicentro di un sisma si trova sul fondale di un mare o di un oceano oppure si verificano eruzioni vulcaniche sottomarine di tipo esplosivo, quindi gli tsunami si verificano a causa di un terremoto, terremoto sottomarino, attività vulcanica, frane, impatti meteoritici nel mare o vicino ad esso.  I territori che sono ad un elevato rischio sono le coste che si affacciano sull’ Oceano Pacifico e soprattutto sull’ Oceano Indiano, infatti, le zone come Giappone, Indonesia, Sri Lanka, India, Thailandia, Birmania, Bangladesh, Maldive, Malaysia, Somalia,  Madagascar, South Africa, Tanzania, Kenya,  Nuova Zelanda e le coste dell’ America settentrionale, sono quelle dove si abbattono più frequentemente le onde anomale, anche se, c’ è stato uno tsunami anche nel Mar Mediterraneo il 1908. A fronte di stime iniziali molto più conservative il responsabile delle operazioni di soccorso dell’Unione Europea, Guido Bertolaso, aveva fin dalle prime ore affermato che i morti avrebbero potuto essere alla fine ben più di 100.000, mentre attualmente circolano stime che pongono tra i 150.000 ed i 400.000 il numero dei morti soltanto per conseguenza diretta del terremoto e del conseguente tsunami soltanto in Indonesia.

Casapesenna –  Per il sesto anno consecutivo l’Istituto Fratelli Maristi Giugliano si è riunito nel Santuario Mariano di Casapesenna per la celebrazione della Santa Messa di inizio anno. Casapesenna è un piccolo paesino della provincia di Caserta con 6587 abitanti il cui sindaco è Fortunato Zagaria. La destinazione del nostro viaggio è stato come da qualche anno  il Santuario mariano di Casapesenna, interamente dominato all’interno da un’immagine dipinta a mosaico  raffigurante Maria con le braccia aperte verso gli astanti, come sospesa in un cielo trapuntato di stelle.  L’incontro  è avvenuto sabato 26 settembre  quando gli alunni hanno lasciato libri e cartelle per entrare nei pullman. Fortunatamente è andato tutto come sperato grazie anche al tempo stupendo ,cielo limpido ed una splendida giornata di sole  in un clima sereno e gioioso per quasi tutta la scuola ideale per fare una passeggiata. In questo clima gioioso nel cortile della scuola intorno alle 9.00 gli alunni sono scesi e si sono recati ai pullman incaricati di condurli al pellegrinaggio. Arrivati alla meta guidati dagli insegnanti gli alunni si sono disposti in chiesa ed hanno cominciato le prove dei canti. La celebrazione ha avuto inizio alle ore 11.15.      Il momento più emozionante è stato quello dell’Eucarestia perché anche i più piccoli hanno capito di dover fare silenzio. Durante l’offertorio sono stati portati all’altare diversi oggetti con significati simbolici è stato portato il cartellone del nuovo tema di quest’anno che raffigura un orologio un po’ diverso dal comune che si riferisce alla frase : “Vivi un tempo nuovo”.     Alla Santa Messa hanno partecipato tutti gli alunni dell’Istituto Fratelli Maristi di Giugliano in Campania, gli insegnanti, il preside il direttore didattico e da alcuni genitori. Durante la Santa Messa alcuni alunni sono saliti sull’altare per esprimere una loro intenzione per l’anno. La messa è un sacramento che ricorda la morte e la risurrezione di Gesù. Ormai siamo abituati a vivere l’uno vicino all’altro, senza conoscerci ma solidali in Cristo, nella messa ci troviamo tutti riuniti per condividere un momento di preghiera e di raccoglimento. Mi chiedo perché non ci impegniamo di più a far capire a tutti che quella breve e meravigliosa funzione chiamata messa è importante e fondamentale per il nostro spirito. Questa messa per noi ragazzi dell’Istituto Fratelli Maristi è diventato un appuntamento ormai annuale al quale teniamo particolarmente e al quale non potremmo mai astenerci.                                                                                                              L’incontro di quasi 600 ragazzi nel Santuario della Madonna di Casapesenna è emozionante non solo perché si condivide insieme il momento dell’Eucarestia ma anche perché l’esserci tutti lì,  in quel momento, fisicamente, e soprattutto con partecipazione ci dà una grande forza. La stessa forza che deve assisterci durante l’anno scolastico affinché questo inizi bene e finisca in maniera ottimale. La preghiera di tutti noi è rivolta anche agli altri: alle persone che soffrono, ai paesi in guerra, ai bambini che muoiono di fame, agli ammalati.  Siamo sicuri che quelle preghiere fatte da tutti noi in quell’atmosfera di profondo altruismo saranno ascoltate. Il fondatore della nostra scuola Marcellino Champagnat si affidava completamente alla madonna così anche noi ci affidiamo a lei in quest’anno e soprattutto per rinnovare la nostra fede in Maria e per cominciare bene il nuovo anno scolastico con quella carica in più che solo Lei può darci.

Attentato a Kabul

6 parà Italiani caduti in Afghanistan

Giovedì 17 settembre attentato nella città, di Kabul in cui punto nevralgico e crocevia dal quale si dipartono le strade dirette all’aeroporto, al quartiere delle ambasciate e ai comandi militari.  Il distretto di Shindand  si conferma uno dei più pericolosi a ovest dell’Afghanistan, sede del  comando Italiano. Anche perché è un’importante crocevia di traffici illeciti di stupefacenti e armi. Secondo lo stato maggiore della Difesa i ripetuti attacchi alle forze dell’Onu dimostrano che gli insorti stanno perdendo il controllo di gran parte del territorio e cosa ancora più importante stanno rimanendo privi dell’auspicato supporto e consenso della popolazione locale. Nei pressi  dell’aeroporto una pattuglia del 186 reggimento paracadutisti  Folgore composta da due autoblindo lince, è stata vittima di un’ agguato kamikaze. L’attacco a i militari italiani è iniziato con un’esplosione  si è poi trasformato  in una sparatoria per poi finire in tragedia.                                                                                                                                                                          Il tragico bilancio è di 6 paracadutisti  morti e quattro feriti oltre ovviamente all’autista suicida.                                                                                                                                                                               Le circostanze dell’attentato vengono riferite anche da alcune persone che si trovavano in prossimità del luogo: un giornalista Inglese e un diplomatico dicono di aver sentito gli spari a qualche centinaia di metri di distanza, anche se non hanno visto direttamente l’episodio.                                                                                                                                                                     Sulla vicenda è in corso un’inchiesta giudiziaria della magistratura ed anche un’altra militare per capire cosa è successo.                                                                                                                                                                           Per ora le informazioni più precise su come si è svolto l’attentato raccontano di una Toyota bianca che si è infilata tra i due autoblindo esplodendo ed  innescando una carambola mortale. Le scarse ed approssimative notizie parlano di una sparatoria tra i militari salvatisi dalle esplosioni. I sei militari scomparsi erano tutti di età compresa tra i 26 e 37 anni di nazionalità italiana e precisamente sono il tenente della pattuglia Antonio Fortunato,di anni 35 originario di Lago negro (PO), il sergente maggiore Roberto Valente di Napoli 32 anni ; primo caporal maggiore Davide Ricchiuto di Glarus (Svizzera) ma residente nel Salento; Giandomenico Pistonami di Orvieto, Massimiliano Randino di Pagani (Salerno) Il primo caporal Maggiore Matteo Mareddu  di 26 anni il più giovane tra questi, proveniente da Solarussa un piccolo paese in provincia di Oristano. I quattro parà feriti coinvolti nell’attentato sono stai subito ricoverati nell’ ospedale militare Da campo francese . I militari superstiti sono già rientrati in Italia  e le loro condizioni sono stabili. I quattro feriti sono il maresciallo dell’aereonautica Felice Calandriello di anni 58 di Sassano (Salerno) Rocco Leo di 26 anni originario di Francavilla Fontana(Brindisi) Sergio Agostinelli di anni 32 originario della Svizzera al quale gli è stato diagnosticato uno choc  acustico; ed infine abbiamo Ferdinando Bruno di anni 30 di Napoli anche a lui diagnosticato uno choc acustico.                                                                                                     Si terranno nella Basilica di San Paolo fuori le mura – la stessa che ospito’ le esequie dei morti nel massacro di Nassiriya – i solenni funerali di Stato.                                                                                                 Le sei bare avvolte nel tricolore, raggiungeranno la basilica su mezzi militari scoperti. Ci chiediamo in Afghanistan non dovrebbe essere solo una missione di pace ? Quali interessi si difendono?  Non certamente i nostri. Non avremmo diritto ad una risposta da parte dei nostri politici? Purtroppo l’unica realtà è che si muore in Afghanistan perché si combatte una guerra che da anni causa molte vittime . La loro morte sembra che ci venga riportata solo per dovere di cronaca.

Note di approfondimento sull’Afghanistan

La causa principale della Guerra in Afghanistan è la minaccia per gli Stati Uniti del terrorismo dei Talebani. La politica degli Stati Uniti tende ad espandere il suo modello politico anche a questi paesi non democratici ma trova proprio qui dei contrasti che scaturiscono dal potere assolutistico in questi paesi. L’intenzione degli Stati Uniti è quindi quella di realizzare un nuovo ordine politico mondiale a suo piacimento quindi la volontà di allargare la sua supremazia sulle Euro-Asiatiche. L’America quindi intraprende il conflitto armato contro questi paesi per raggiungere i propri obbiettivi e cioè la creazione di un nuovo ordine mondiale. L’Italia è stata chiamata a partecipare e a dare il suo contributo per raggiungere tale obbiettivo.                 L’intenzione del governo Italiano era quello di dare un aiuto attraverso  una missione di pace e non di guerra. Ma così non è stato. I militari Italiani dovevano difendere i diritti umani , portare sviluppo economico e benessere, alleviare le condizioni pietose dei cittadini, di ricostruire un paese distrutto. Invece si continua a seminare sangue e vittime innocenti. Territorio impervio, guerriglia con forti basi di consenso popolare, solide motivazioni ideologiche di resistenza allo straniero. Oggi il Pentagono afferma esplicitamente la necessità di “negoziare coi talebani“, quantomeno coi loro rappresentanti più disponibili ad un’intesa costruttiva con le forze Isaf. In Italia, tuttavia, questo sembra ancora un argomento tabù.  Nel 2008 il numero dei civili uccisi in Afghanistan è salito del 40% arrivando a 2118 vittime: i dati, che confermano un peggioramento della situazione di sicurezza in Afghanistan specie in alcune province, sono state diffuse dall’Onu nel suo rapporto sulla protezione dei civili. Delle vittime, il 55%, ovvero 1160, sono morte in attacchi e attentati dei talebani e dei loro alleati, ma le forze militari americane, quelle sotto l’egida della Nato e le forze di sicurezza afgane sono responsabili della morte di 829 civili, di cui 552 uccisi sotto i bombardamenti aerei; per 129 civili uccisi nel fuoco incrociato non è stato possibile attribuire la responsabilità. La Brigata Paracadutisti Folgore è l’unica Grande Unità di paracadutisti dell’Esercito Italiano. La Folgore operativamente è una Grande Unità di Fanteria Leggera con infrastrutture e mezzi di aviolancio ed aviotrasporto, dotata di modesta meccanizzazione è inquadrata nelle Forze di Proiezione alle dipendenze del 1º Comando Forze di Difesa. Attualmente la Folgore è una Brigata, con 6 Reggimenti, con sede a Livorno e di stanza a Livorno, Pistoia, Siena, Pisa e Legnago (VR) in prima linea nella guerra in Afghanistan.

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